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LA SOCIETÀ NON SI PUÒ GOVERNARE

LA SOCIETÀ NON SI PUÒ GOVERNARE
Quando sento persone nei dintorni che parlano di politica o finisco per mettermi le mani nei capelli o rimango in silenzio senza esprimermi e in velata sofferenza, soprattutto se sono miei coetanei.

La mia reazione è dovuta al fatto che, più che discorsi di politica, mi sembra di sentire concorrenti di Orwell che inventano utopie ben poco gradevoli in cui un qualche pianificatore illuminato cala dall'alto della sua immensa saggezza la soluzione giusta.

I socialisti, i marxisti, i comunisti, ma anche i fascisti e i nazisti, più di tutti desiderano dare un nuovo ordine alla società. Quello attuale non va nel modo in cui loro vogliono, per cui desiderano abbatterlo per sostituirlo... senza riuscirci.

Non so se tu reagisca meglio di me e se ti passi per la testa di partecipare al dibattito, ma se vuoi rispondere a chi propone un modo 'nuovo' per raggiungere risultati ben definiti, è giusto che ti armi di alcune conoscenze fondamentali: il disordine e l'incertezza.

Il disordine non è quello della tua cameretta (se è disordinata ricordati di metterla a posto, come consiglia Peterson!), né quello di cui ti accusa il tuo partner. Per disordine si intende l'ordine spontaneo, ossia la situazione naturale di ogni sistema.

Pianificare la società significa provare a darle un ordine, ma chi siamo noi per sapere quale ordine dovrebbe avere la società? La situazione spontanea la chiamo disordine perché effettivamente non c'è nessun ordine, perlomeno non c'è un ordine umano o che da un umano possa essere compreso.

Chi vuole dare un 'ordine' alla società solitamente pensa che l'attuale ordine sia ingiusto. Ancora prima di capirlo, lo giudica, forse perché capirlo è troppo difficile.

Il socialismo, in ogni sua forma, fallisce perché ha la presunzione di poter pianificare la vita di ciascun individuo all'interno di una società. Si pretende di pianificare l'economia, gli scambi, la produzione, ma anche i desideri delle persone: se puoi decidere cosa gli individui devono fare e cosa possono comprare, stai implicitamente decidendo lo scopo delle loro vite.

Per come la vedo io, non esiste niente di più disumano del togliere a un individuo il possesso della propria vita.

Che tu voglia essere un ingegnere di successo, un imprenditore, uno scrittore, un artista o quant'altro, concorderai con me che nessuno ha il diritto di cancellare i tuoi sogni e sostituirli con quelli che servono per un presunto 'bene collettivo'.

Mi raccomando: non cadere nel tranello emotivo dei socialisti, perché non può esistere un bene collettivo che non parta dai sogni, dai desideri e dalle azioni di ciascun individuo, tu compreso.

Se riuscirai a spiegare questo concetto un po' intricato, l'ordine spontaneo, conquisterai l'attenzione della platea e vincerai il dibattito con i tuoi amici pianificatori.



A presto!
Alessio Cotroneo
Presidente dell'Istituto Liberale

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